Se ho un problema al ginocchio e le terapie conservative non dovessero bastare?

Se la cura non fosse sufficientemente efficace e il paziente non rilevasse un miglioramento nella qualità della propria vita, allora, entra in gioco la chirurgia. Teoricamente tra le infiltrazioni di acido ialuronico e la chirurgia protesica qualcuno sostiene ci sia una via di mezzo (infiltrazioni di cellule staminali o di PRP - Plasma ricco di piastrine), ma non essendoci un riscontro scientifico ancora evidente è una tappa intermedia che personalmente non contemplo. La chirurgia protesica consta di diversi passaggi: si può eseguire, per esempio, una protesi totale, parziale o addirittura optare per una mini protesi a seconda dell'usura dei componenti dell'articolazione. La scelta di optare per una specifica soluzione è data da diverse variabili a discrezione del chirurgo: dall'ampiezza del danno, dall'età e dal peso del paziente e dal fatto che il ginocchio possa avere un asse più o meno corretto.

 

La rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio

È sempre conseguente ad un trauma, solitamente sportivo, per un meccanismo innaturale di rotazione del ginocchio. Il paziente riferisce di aver sentito il ginocchio “andar fuori posizione e tornare a posto” ed un caratteristico rumore tipo “crack”. Quando tutto questo succede il legamento crociato se ne è andato...

 

Cosa fare in caso di rottura del crociato anteriore?

Ghiaccio, riposo, senza immobilizzare il ginocchio, caricare quanto possibile, senza forzare, aiutandosi magari con una o due stampelle, e farsi vedere da uno specialista. La visita al Pronto Soccorso è spesso fuorviante perché può portare ad una immobilizzazione eccessiva. L’esame da fare è la Risonanza Magnetica che, contrariamente a quanto talvolta detto, può essere effettuata ed è significativa anche col ginocchio gonfio.

 

Mi devo operare se ho rotto il crociato?

Non necessariamente. La rottura del crociato, dopo un periodo di qualche settimana durante il quale il ginocchio è gonfio e fa male, non impedisce una funzione sostanzialmente normale. Se il paziente svolge un’attività lavorativa sedentaria e non è sportivo può evitare l’intervento purché mantenga un buon tono muscolare ed eviti di sforzare troppo il ginocchio. Se invece il ginocchio sarà troppo sollecitato, si gonfierà, farà male, provocherà cedimenti allora sarà consigliato intervenire.

 

Ma come si opera il legamento crociato?

Il crociato è un legamento che si trova all’interno del ginocchio ed è come un piccolo cordone che unisce il femore alla tibia. Quando si rompe si può sostituire con un tendine preso sempre dal ginocchio e fatto passare all’interno dell’articolazione in artroscopia (senza tagliare) al fine di prenderne il posto. La struttura del tendine è molto simile a quella del legamento e pertanto, nel giro di qualche mese, diventa un legamento vero e proprio.

 

Dopo l’intervento al crociato posso camminare?

Si può camminare con le stampelle ed iniziare a caricare già dal giorno successivo all’intervento, senza bisogno di tutore, e si deve iniziare anche a piegare il ginocchio. L’obiettivo è di arrivare a caricare completamente il peso sull’arto inferiore operato e piegare il ginocchio almeno sino a 90° entro due settimane dall’intervento. In seguito, bisognerà sottoporsi ad una visita di controllo per la rimozione dei punti di sutura e si potrà intraprendere la riabilitazione.

 

Come avviene la riabilitazione in seguito ad un intervento al legamento crociato?

La prima fase della riabilitazione, che è anche la più importante, dura circa un mese e mezzo e in quel periodo l’obbiettivo è di raggiungere un movimento completo del ginocchio con opportuna ginnastica riabilitativa, controllare l’infiammazione (con farmaci e terapie specifiche) per ridurre il gonfiore del ginocchio e riprendere una vita normale per quanto riguarda la vita sociale e lavorativa purché non si tratti di un’attività lavorativa particolarmente pesante.

 

Dopo una lesione al crociato, quando si può tornare a svolgere un po’ di attività sportiva?

Già durante la seconda fase della riabilitazione, a partire dalla fine del secondo mese, si può utilizzare la bicicletta, nuotare e, se il recupero muscolare è già buono, si può iniziare gradualmente la corsa su tapis roulant. Sarà poi possibile, dopo la valutazione dello specialista sulla progressione dei tempi di recupero, iniziare anche movimenti atletici più complessi che porteranno alla ripresa sportiva graduale.

 

Cosa si intende per chirurgia protesica e per quali problematiche è indicata?

Si tratta di una chirurgia che offre la possibilità di sostituire un'articolazione dolente e funzionalmente limitata per usura o per traumi, ripristinando in tempi rapidi una funzione quasi del tutto normale. E' indicata per tutti coloro che hanno usurato il ginocchio. Le cause sono molteplici: alcuni per predisposizione genetica, altri per l'età, qualcuno per il lavoro svolto negli anni, altri ancora per traumi subiti in passato (coloro, per intenderci, che in età adulta ravvisano problemi che li limitano nella vita di tutti i giorni).

 

Se mi opero al crociato il ginocchio torna quello di prima?

Pensare che un intervento possa riportare esattamente il ginocchio a come era prima dell’infortunio è un po’ eccessivo; è difficile, infatti, riprodurre perfettamente il nostro ginocchio com’era in origine ma le tecniche attuali permettono di restituire una buona stabilità che permette al paziente di tornare a fare quello che faceva prima in termini di attività sportiva di qualunque tipo e lavorativa anche molto pesante.

 

Efficacia delle protesi?

A 15 anni, le nostre statistiche, sovrapponibili a quelle internazionali, ci danno l'88% di durata dell'impianto protesico. Calcolando che poi, più si sale d'età, minore è il tempo di utilizzo, possiamo affermare con ragionevole certezza che una protesi fatta intorno ai 65 anni ha buone probabilità di non dover essere sostituita. Se invece un paziente si sottopone ad una protesi prima, allora, noi diciamo che è possibile che possa essere necessaria una revisione nel tempo. Rispetto a trent'anni fa, però, quando le protesi erano demolitive (veniva tolto tutto e ricostruito), oggi molto è cambiato: le protesi, infatti, sono dei rivestimenti conservativi molto più facili da revisionare.

 

L'artrosi del ginocchio (1/2)

L’invecchiamento è un processo che induce molteplici modificazioni morfo-strutturali e funzionali a carico dei diversi organi, sistemi ed apparati. Non è un caso, quindi, se la terza età viene comunemente considerata come il periodo degli acciacchi e delle malattie. In particolare, l’artrosi rappresenta ciò, per intenderci, che induce un paziente a rivolgersi ad un ambulatorio dal momento che comporta dei dolori a volte anche molto intensi. L’artrosi di ginocchio, in termine medico gonartrosi, è una malattia estremamente frequente al giorno d’oggi, vuoi per l’invecchiamento naturale della popolazione, vuoi talvolta per la predisposizione genetica o per traumi, spesso non diagnosticati o curati correttamente delle strutture legamentose del ginocchio che ne alterano il corretto funzionamento, vuoi anche per gli eccessivi sovraccarichi legati al peso o ad attività sportive o lavorative particolarmente intense.

 

L'artrosi del ginocchio (2/2)

I sintomi spesso si presentano con gradualità, proprio per la caratteristica di progressività di questa malattia, ma a volte l’insorgenza può essere acuta per il sovrapporsi di un evento scatenante infiammatorio, e comprendono naturalmente il dolore che può essere ben localizzato o diffuso e la limitazione funzionale più o meno intensa, oltre al possibile gonfiore dell’articolazione che, in questo caso, si presenta anche calda al tatto. Il trattamento è, ovviamente, legato alla gravità del quadro clinico, ma anche a quello radiologico in senso lato (Radiografia, TAC, RM) e segue degli algoritmi ben precisi.

 

HO ROTTO IL MENISCO GIOCando a calcio: cosa devo fare?

Innanzitutto la diagnosi deve essere assolutamente certa e per questo è necessaria una visita dello specialista ortopedico ed una Risonanza Magnetica. Talvolta la lesione è tale da richiedere un trattamento chirurgico, talvolta è lieve, con una modesta limitazione funzionale ed è possibile recuperare semplicemente con una temporanea sospensione dell’attività sportiva ed un contestuale periodo di riabilitazione soprattutto per rinforzare la muscolatura.

 

ma se il dolore al menisco non migliora me lo devono togliere?

Se non c’è un miglioramento, l’opzione chirurgica diventa probabile soprattutto nelle persone sportive al di sotto dei 50 anni (al di sopra, invece, è meglio aspettare di più). L’intervento viene eseguito in artroscopia (cioè senza tagliare ma praticando due forellini attraverso i quali si introducono degli apparecchi per visualizzare l’interno del ginocchio e per operare sul menisco). Una volta si procedeva all’asportazione del menisco mentre oggi si cerca di salvarlo asportandone il meno possibile o addirittura suturando (riattaccando) il pezzettino che si è rotto.